Storia della Musica Gluck

Non più classico-metastasiana, non ancora romantica, l’opera di Christoph Willibald Gluck è semplicemente «gluckiana» e come tale non fece scuola, cadde in oblio e riacquistò la fama solo alla fine del XIX secolo. Il presente volume risulta così di particolare interesse, dedicato com’è allo studio di colui che fu definito il «Michelangelo della musica» ma del quale vi è penuria di ricerche biografiche. L’autore dell’Orfeo ed Euridice – tra le poche opere settecentesche ancora oggi regolarmente proposta nei teatri – viene riscoperto da Piero Mioli che ne traccia un profilo appassionato, con l’obiettivo di «sbozzare i lineamenti di un carattere e di un intelletto fra i più rari per la profondità dell’impegno morale, umano, professionale e naturalmente artistico». Seguendo il percorso che portò alla nascita del grande compositore (fuggito di casa a soli tredici anni perché il padre gli impediva di dedicarsi all’attività musicale e che visse suonando il suo scacciapensieri finché il genitore non si arrese), il lettore si troverà immerso nelle atmosfere della musicalissima Boemia, dell’illuminata Vienna teresiana che non lesinava i suoi plausi a Gluck, della Parigi capitale della cultura europea, dell’Italia in fibrillazione musicale e capirà così il significato intrinseco di melodie preziose e profondamente originali.