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- Il 1956 fu un anno decisivo per il Partito comunista italiano che, per la prima volta dopo la fine del secondo conflitto mondiale, assistette al susseguirsi di diverse crisi internazionali, come quella del canale di Suez o lo scoppio della rivolta operaia nella città polacca di Poznan. Furono, però, soprattutto due gli eventi che posero i comunisti italiani di fronte a una scelta, suscitando in loro una lunga serie di domande. Il XX congresso del Partito comunista dell'Unione Sovie- tica, che inaugurò il processo di destalinizzazione, e lo scoppio della Rivoluzione ungherese, rappresentarono, infatti, dei veri e propri punti di svolta per il Pci. La dirigenza del partito, guidata da Palmiro Togliatti, decise di aderire senza indugi alle repressive politiche sovietiche, ma tale iniziativa lasciò segni indelebili fra molti dei suoi iscritti e, più in generale, su quella parte di società civile italiana che si identificava con le forze sociali schierate a sinistra. -NEI CONFRONTI DEGLI INSORTI UNGHERESI, TOGLIATTI È STATO DI UNA VOLGARITÀ E DI UNA INSOLENZA CHE LA LINGUA ITALIANA NON AVEVA PIÙ CONOSCIUTE DALLA CADUTA DEL FASCISMO.- IGNAZIO SILONE, 1956)
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Peso in grammi | 205 |
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ISSN | 977203959634240145 |
EAN | 9772039596342 |
Editore | Rcs Mediagroup Spa - Quot.tm |
Distributore nazionale | M-dis Distribuzione Media Spa |
Periodicità | Settimanale |
Data rilascio | 24/apr/2024 |