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La smania di cibo
Perché mangiamo più del necessario? Come mai sempre più spesso ci avventiamo sul cibo spinti da impulsi così diversi da unautentica fame, come la rabbia, la tristezza, lansia, il rancore, linsoddisfazione? Nella società occidentale contemporanea, questa smania di cibo non si manifesta di certo perché il nostro organismo ha bisogno di essere sostenuto attraverso un surplus di nutrimento. Il più delle volte oggi si mangia in eccesso non per soddisfare un sano appetito ma per noia, per abitudine, per stress, per mancanza di affetto, per inerzia, per solitudine, perché non ci vogliamo bene, oppure perché la scorpacciata è diventata la nostra ultima forma di trasgressione o il nostro rimedio per riempire i vuoti esistenziali.
In tutte queste situazioni di disagio psicologico, il cibo diventa il pronto soccorso più rapido, il rimedio più a portata di mano, spesso anche il meno costoso. In pratica, il cibo in eccesso agisce come una sorta di droga appetitosa per mettere a tacere almeno per qualche tempo le emozioni che non siamo in grado di vivere o di affrontare in modo sano e naturale.
Sovrappeso e psiche
Da queste considerazioni è facile dedurre che il sovrappeso, nella stragrande maggioranza dei casi, non deriva soltanto da squilibri di tipo metabolico, ma nasce dalla mente: i chili in più sono il prodotto di un rapporto distorto in primis con noi stessi, che a sua volta nasce dalla nostra incapacità di ascoltare i desideri più profondi e di guardarci allo specchio con onestà, dalla paura di rifiutare una vita intrappolata nella morsa delle abitudini, dal timore di dire no a pesanti relazioni di coppia, al peso della famiglia o alle amicizie che ci ingabbiano in schemi esistenziali che ci vanno stretti.
In definitiva, noi subiamo, soffriamo, ci arrabbiamo, ma non abbiamo il coraggio di reagire, di dire basta. E lunica valvola di sfogo diventa allora il maxi piatto di carbonara divorato in solitudine, la pizza di mezzanotte, il mezzo chilo di cioccolatini ingurgitati luno dopo laltro davanti alla tv con un mix di insano piacere, che è subito seguito dai sensi di colpa e dallimmancabile chilo in più sulla bilancia, già ben visibile la mattina dopo il peccato alimentare.
Le diete non servono
Nei casi in cui il sovrappeso nasce dalla psiche, le solite diete non funzionano. Le diete non portano a nessun risultato duraturo perché sono metodi parziali che si occupano solo di calorie e di quantità di alimenti.
Ma noi non siamo solo il risultato di un processo organico di accumulo e di smaltimento. Non va dimenticato che ciò che mangiamo non è fatto solo di calorie, ma anche e soprattutto di sapori, odori, colori, consistenza ed aromi che accendono ricordi e sensazioni talora sepolti da lungo tempo nella nostra memoria. In pratica, un cibo è un paesaggio emotivo e sensoriale che può produrre, durante e dopo lassimilazione, effetti psicologici e fisiologici diversi da individuo a individuo
La dieta è per sua natura una metodica costrittiva e penalizzante che agisce come una prigione psicologica che ci costringe a mettere da parte i nostri desideri, le nostre voglie e ci fa soffrire nell'attesa di un premio (il dimagrimento). Se al cervello, che governa la fruizione del piacere di tipo fisico e mentale, vengono negate occasioni di godimento, prima o poi si vendicherà, facendoci recuperare in pochi giorni i chili che magari abbiamo smaltito in mesi di frustrazioni.
Perché mangiamo più del necessario? Come mai sempre più spesso ci avventiamo sul cibo spinti da impulsi così diversi da unautentica fame, come la rabbia, la tristezza, lansia, il rancore, linsoddisfazione? Nella società occidentale contemporanea, questa smania di cibo non si manifesta di certo perché il nostro organismo ha bisogno di essere sostenuto attraverso un surplus di nutrimento. Il più delle volte oggi si mangia in eccesso non per soddisfare un sano appetito ma per noia, per abitudine, per stress, per mancanza di affetto, per inerzia, per solitudine, perché non ci vogliamo bene, oppure perché la scorpacciata è diventata la nostra ultima forma di trasgressione o il nostro rimedio per riempire i vuoti esistenziali.
In tutte queste situazioni di disagio psicologico, il cibo diventa il pronto soccorso più rapido, il rimedio più a portata di mano, spesso anche il meno costoso. In pratica, il cibo in eccesso agisce come una sorta di droga appetitosa per mettere a tacere almeno per qualche tempo le emozioni che non siamo in grado di vivere o di affrontare in modo sano e naturale.
Sovrappeso e psiche
Da queste considerazioni è facile dedurre che il sovrappeso, nella stragrande maggioranza dei casi, non deriva soltanto da squilibri di tipo metabolico, ma nasce dalla mente: i chili in più sono il prodotto di un rapporto distorto in primis con noi stessi, che a sua volta nasce dalla nostra incapacità di ascoltare i desideri più profondi e di guardarci allo specchio con onestà, dalla paura di rifiutare una vita intrappolata nella morsa delle abitudini, dal timore di dire no a pesanti relazioni di coppia, al peso della famiglia o alle amicizie che ci ingabbiano in schemi esistenziali che ci vanno stretti.
In definitiva, noi subiamo, soffriamo, ci arrabbiamo, ma non abbiamo il coraggio di reagire, di dire basta. E lunica valvola di sfogo diventa allora il maxi piatto di carbonara divorato in solitudine, la pizza di mezzanotte, il mezzo chilo di cioccolatini ingurgitati luno dopo laltro davanti alla tv con un mix di insano piacere, che è subito seguito dai sensi di colpa e dallimmancabile chilo in più sulla bilancia, già ben visibile la mattina dopo il peccato alimentare.
Le diete non servono
Nei casi in cui il sovrappeso nasce dalla psiche, le solite diete non funzionano. Le diete non portano a nessun risultato duraturo perché sono metodi parziali che si occupano solo di calorie e di quantità di alimenti.
Ma noi non siamo solo il risultato di un processo organico di accumulo e di smaltimento. Non va dimenticato che ciò che mangiamo non è fatto solo di calorie, ma anche e soprattutto di sapori, odori, colori, consistenza ed aromi che accendono ricordi e sensazioni talora sepolti da lungo tempo nella nostra memoria. In pratica, un cibo è un paesaggio emotivo e sensoriale che può produrre, durante e dopo lassimilazione, effetti psicologici e fisiologici diversi da individuo a individuo
La dieta è per sua natura una metodica costrittiva e penalizzante che agisce come una prigione psicologica che ci costringe a mettere da parte i nostri desideri, le nostre voglie e ci fa soffrire nell'attesa di un premio (il dimagrimento). Se al cervello, che governa la fruizione del piacere di tipo fisico e mentale, vengono negate occasioni di godimento, prima o poi si vendicherà, facendoci recuperare in pochi giorni i chili che magari abbiamo smaltito in mesi di frustrazioni.
Dettagli aggiuntivi
Dettagli aggiuntivi
Peso in grammi | 190 |
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ISSN | 977197188868380130 |
EAN | 9771971888683 |
Editore | Edizioni Riza Spa |
Distributore nazionale | So.di.p. Spa |
Periodicità | Mensile |
Data rilascio | 14/feb/2018 |