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- Una fortissima migrazione dalla Calabria, un casinò per riciclare i soldi sporchi, una popolazione indifferente che preferisce far si boss gli affari proprie, un antico malcostume fatto di clientelismo e controllo del voto. Sono gli ingredienti, a partire dagli anni Sessanta, per la penetrazione della 'ndrangheta in Valle d'Aosta, dove un di San Luca regala al parroco la statua della Madonna di Polsi e dove i politici fanno a gara per incontrare le cosche, mentre le Inchieste giudiziarie rimbalzano contro un muro di gomma: Neppure lo scioglimento di un Comune per mafia desta preoccupazione ne scandalo nella ricca Regione autonoma, già teatro nel 1982 di un attentato dinamitardo contro un magistrato, la prima autobomba d'Italia. "NON CI SONO INCOMPATIBILITÀ TRA LE ZONE ALPINE E LE MAFIE, LE QUALI ANZI PROPONGONO DI SÉ UN'IMMAGINE CHE LE LEGA ALLA NATURA PRIMORDIALE E SELVAGGIA. PERCIÒ NON SORPRENDE SCOPRIRE COME LE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE COMPAIANO ANCHE IN VALLE D'AOSTA, IN CONNESSIONE CON LE NECESSITÀ E LE AMBIZIONI DELLA POLITICA LOCALE." ROBERTO LEDGERD, IN-DIACRONE-2019
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Peso in grammi | 215 |
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ISSN | 977228097702040100 |
EAN | 9772280977020 |
Data rilascio | 22/nov/2024 |