Il salotto letterario Marcel Proust e la memoria del tempo

Che cosa significa scrivere, per Proust? Perché, dopo aver frequentato con assiduità e per lunghi anni gli ambienti dell’alta borghesia e i salotti dell’aristocrazia parigina, sceglie l’isolamento per produrre la Recherche, opera monumentale che occuperà in modo totalizzante gli ultimi quattordici anni della sua vita?

Per Proust scrivere è innanzitutto allontanarsi dalla vita, per coglierne meglio l’essenza. Le sue descrizioni minuziose per fermare il tempo, le sue memorie microscopiche, sono in realtà delle visioni telescopiche, guidate dal fine ultimo di individuare nei ricordi le leggi universali che regolano la vita. Il filosofo Maurizio Ferraris ci accompagna in una sorprendente rilettura critica di uno dei più grandi autori del Novecento.