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Vittorino Andreoli è stato tra coloro che hanno aperto la strada ai linguaggi non verbali nel dialogo con i malati di mente, dirigendo il primo atelier di pittura nato all’interno di un manicomio italiano, il San Giacomo della Tomba di Verona. Nel 1959, da giovane studente universitario, cominciò a seguire sei pazienti uomini e sei donne che avevano mostrato interesse per la pittura. A differenza di Lombroso, il suo scopo non era di collezionare reperti interessanti, ma di considerare l’attività grafica dei folli come forma di espressione. Nel tempo, la sua valorizzazione si è rivelata fondamentale per la cura. E talvolta, come nel caso del grande pittore schizofrenico Carlo Zinelli, anche per l’arte tout-court. Andreoli, che ha presieduto la Sezione di psicopatologia dell’espressione della Società mondiale di psichiatria e ha fatto parte del movimento de L’Art Brut, raccoglie qui le sue riflessioni cliniche e teoriche sul linguaggio non verbale nella patologia psichica, in una visione d’avanguardia che è diventata ormai parte della psichiatria.
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Peso in grammi | 250 |
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ISSN | 977182445845290030 |
EAN | 9771824458452 |
Editore | Rcs Mediagroup Spa - Quot.tm |
Distributore nazionale | M-dis Distribuzione Media Spa |
Periodicità | Settimanale |
Data rilascio | 19/lug/2019 |
Arretrato | Sì |