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Per lungo tempo in una certa storiografia e nel senso comune ha imperato la narrazione di un popolo e di un governo, quelli italiani, «costretti » dall'alleanza con i nazisti a varare le norme antisemite che sarebbero poi confluite nei provvedimenti del 17 novembre 1938. In realtà, con un decreto del 5 settembre 1938, l’Italia fu la prima nazione – la Germania la seguì un paio di mesi dopo – a espellere le «persone di razza ebraica» dalle scuole di ogni ordine e grado, nonché dalle università e dalle accademie. Nonostante più di uno storico abbia sconfessato il carattere epigono dell’antisemitismo nostrano, il mito di un Mussolini intenzionato solo a «discriminare » e non a «perseguitare» e l’idea di un popolo, in fondo, di «brava gente» ha resistito a lungo, con effetti distorsivi anche sulla percezione della storia complessiva dell’antisemitismo italiano, che sembrava lavato via anch'esso da un’immagine autoassolutoria del passato nazionale più recente. Il libro di Enzo Collotti ha dunque due meriti: da un lato ricollocare correttamente la legislazione mussoliniana nel solco della «questione ebraica» in Italia, dall’altro ricondurla a quella biopolitica di «difesa della razza» che era al centro dell’ideologia fascista e di cui le leggi promulgate nel novembre del ’38 costituiscono una delle pagine più nere e terribili.
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Peso in grammi | 250 |
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ISSN | 977203808519980001 |
EAN | 9772038085199 |
Editore | Rcs Mediagroup Spa - Quot.tm |
Distributore nazionale | M-dis Distribuzione Media Spa |
Periodicità | Mensile |
Data rilascio | 17/nov/2018 |